
OLARRA'S WINERY Logroño, La Rioja, Spagna

DIVino enoteca di design a Budapest
Come i funghi dopo la pioggia, luoghi sempre più alla moda, tra cui boutique hotel, club, bar e ristoranti stanno spuntando in tutto il mondo.
L'Ungheria non fa eccezione a questa tendenza. Budapest sta rapidamente riconquistando la sua vecchia magia: architettura contemporanea e progetti di design insoliti possono essere individuati in ogni angolo del centro della città in grado di sorprendere anche i viaggiatori più esperti. Grazie alla miscela unica di un ricco passato e di un presente fiorente, la città ha un'atmosfera senza pari.
Molte cose sono possibili qui che forse non sono ammesse o accettate in altre grandi capitali a causa di norme rigorose.
Questo tour particolare nel mondo del design, ci porta a prendere un drink a tarda notte al Winebar DiVino nella capitale ungherese. Questo elegante bar aperto lo scorso anno, è situato nel cuore della città, accanto alla Basilica di Santo Stefano. E 'uno dei luoghi più interessanti di Budapest: vini locali ungheresi possono mescolarsi con quelli stranieri facendovi ispirare dalle caratteristiche mozzafiato di interior design di questo locale. Il merito va allo studio di design ungherese Suto Architetti di Interni.
Grazie alla combinazione del legno con il cemento ed un tocco di nero, Kata Suto hanno creato qualcosa di straordinario. I tavoli bassi sono un'ottima soluzione con le sedie e le panche di legno.
Un sistema di illuminazione incredibile che corre sopra il bancone.
Ottima selezione di vini ed atmosfera rilassante per degustare al meglio un buon calice di vino.
le "bolle" di fuksas per le distillerie nardini

“Fare impresa non vuol dire avere solo obiettivi e progetti - ha affermato Giuseppe Nardini, presidente della Società - ma anche sogni. E per i 225 anni della nostra distilleria avevamo bisogno di un sogno: l'architetto Fuksas ce lo ha realizzato, dandoci quelle emozioni che solo le opere frutto dell'ingegno al massimo livello sanno dare”.
Il brand leader della grappa, con circa il 25% del mercato di qualità, e una produzione di 4 milioni di bottiglie che prendono la strada dei maggiori paesi del mondo, Australia, Stati Uniti, Cina e Giappone compresi, voleva lasciare un segno qui, sul territorio. Fabbrica e museo, ....perché qui ci passano 1500 visitatori al mese!!!
Sono le “Bolle” di Massimilano Fuksas, ossia la fabbrica del futuro.
Nelle “bolle” si arriva solo attraverso una passerella in mezzo all'acqua, sembrano fluttuare nell’aria. Come gocce d’acqua sono leggere e rotonde
La loro superficie è completamente trasparente, cattura la luce e permette di focalizzare la vista a 360 gradi sul paesaggio montano del Montegrappa. Ma c’è un altro mondo, sotterraneo, nell’auditorium: cemento, acciaio, putrelle modellano sostegni e contrappesi.
“Due segni: uno raffinato, elegante, tecnologico, immateriale. L’altro brutale, dove la materia, il cemento armato, diventa epifania della forma”, sostiene Fuksas, “qui stiamo sperimentando il futuro”.
Insomma, l'architetto romano ha voluto lasciare il segno...e credo che ci sia riuscito .
il vino e....le nuove frontiere dell'arte

Ok, avevo voglia di scrivere un post dopo tanto, tantissimo...troppo tempo di assenza.
Va' beh...lavoro, nuovi progetti, figli, casa, clienti....vino...si, si...la mia assenza su °Alice è imputabile in parte al fatto che ho dovuto mettermi a tavolino e spiegare un po' di web 2.0 anche ad alcune aziende ... ma questa è un'altra storia, magari ne riparleremo.
L'ispirazione a scrivere è venuta mentre stavo archiviando queste foto scattate all'interno dell'azienda Icario di Montepulciano in occasione della mostra di GABRIELE BASILICO: MONTEPULCIANO SITE SPECIFIC. , la mostra ormai è in fase di chiusura....peccato ne abbia parlato solo oggi.
Ma veniamo alla cantina, sicuramente da visitare...un interessante sviluppo nel progetto architettonico, curato dallo Studio Valle, ne fa un punto di riferimento nel panorama delle aziende vinicole sul territorio intorno a Montepulciano.
Interessante la volontà di creare uno spazio espositivo, al quale si accede dal piano terreno salendo una splendida scala il cui progetto è stato affidato all'Architetto Guido Ciompi, realizzata con struttura e parapetto in ferro cortain (ferro ossidato e arrugginito artificialmente e trattato a cera) usato anche per gli infissi e per gli arredi fissi.
Dalla sala espositiva, si può vedere la cantina sottostante attraverso un pavimento in vetro, questo anche per permettere l’accesso e l’affluenza del pubblico alle mostre senza interferire con l’attività produttiva della cantina.
La soluzione tecnologica adottata consente di stabilire un rapporto visuale tra spazi rappresentativi e spazi destinati al tradizionale ciclo produttivo del vino.

Durante l'inaugurazione della mostra, ho avuto modo di degustare alcuni vini dell'azienda tra cui il RossoIcario I.G.T (70% Sangiovese, 20% Teroldego, 10% Merlot),
l'ottimo Nobile di Montepulciano Vitaroccia D.O.C.G. e, non nego con una certa curiosità e gran sorpresa il Bianco Nysa I.G.T fatto con uve Pinot Grigio 70% e Gewurztraminer 30%.Sicuramente una mossa azzardata impiantare nella patria del Sangiovese il Pinot Grigio ed il Gewurztraminer ... infatti mi riservo dall'esprimermi su questo bianco su cui avrei qualche dubbio.
Il Nobile di Montepulciano, invese l'ho trovato interessante anche se non ho avuto molto tempo per pensarci...la cantiina mi aveva catturata, e dovevo riuscire a vedere tutto nel minor tempo possibile, scambiare due chiacchiere, conoscere Gabriele Basilico, assaggiare l'ottimo Pecorino di Pienza in degustazione...e poi....e poi è scaduto il tempo e sono dovuta correre in ufficio....insomma sembravo più il Bianconiglio che °Alice e il vino

terre da vino spunti rurali in chiave contemporanea

Terre da vino è una società di produttori delle Langhe e Roero che ha costruito alcuni anni fa le nuove cantine a Barolo per una superficie totale di 5 mila metri quadrati su un terreno di 25 mila e un investimento di 7 milioni di euro.
Linee curve per il tetto che richiama il profilo delle colline, color mais sulle pareti esterne e lastre metalliche ossidate per le coperture. Il tutto arricchito dall´ utilizzo di legno lamellare, curvato alla maniera antica dei bottai, che fa da contrasto con la passerella d´acciaio sospesa a cinque metri d´ altezza e gli intonaci argentati che brillano attraverso le vetrate. Questi sono alcuni degli elementi architettonici pensati dall'architetto Gianni Arnaudo
L´ idea è quella di accostare spunti rurali come la tonalità rosso vino dei muri e i graticci per appendere le pannocchie a uno sfondo hi-tech dato dalla nuova linea robotizzata di imbottigliamento o dal sistema di condizionamento che garantisce temperature fisse di 12-13 gradi, come se la cantina fosse scavata sottoterra. Ma soprattutto dalla sala di affinamento da 3 mila barrique (l´ equivalente di 800 mila bottiglie) con vetrata belvedere sulle vigne dove i 2.500 soci coltivano le uve doc. All´interno, delikatessen-enoteca e tutto attorno in allestimento un parco biologico per recuperare le piante autoctone in via di estinzione.
Terra da vino
Via Bergesia 6
12060 Barolo (Cuneo)
Tel. 0173564611
www.terredavino.it
la nuova cantina di Antinori

L’architetto Marco Casamonti l'ha definito "un luogo sacrale, un po’ chiesa, fabbrica e campagna" il suo progetto, destinato a diventare la nuova cantina della Casata Antinori.
Progettata dallo studio Archea Associati di Firenze – fra i cui fondatori c’è anche il giovane e già illustre architetto fiorentino – la nuova Cantina Antinori, sarà, a lavori ultimati previsti per il 2008, un'altra "Cattedrale del vino", meta di chi desidera scoprire tutti i segreti di una buona bottiglia.
Un tempio, che accoglierà il riposo di etichette come Tignanello, Badia a Passignano, Solaia – questa ultima ha segnato il rinascimento enologico italiano – e che il Marchese Piero Antinori, a capo dell’azienda omonima e tra i più grandi proprietari di vigneti in Europa -, ha voluto fortemente.
Vero gioiello sotto il profilo progettuale e ingegneristico, la Cantina di Casamonti si presenta come una suggestiva astronave, dolcemente inserita nel paesaggio toscano. Un edificio concepito come una sequenza di volte e navate, incassate nella terra e costruite a partire da un drappeggio di cotto, che ne colora la luce interna. Un progetto talmente armonizzato con il contesto naturale in cui è inserito, da presentare come facciata dell’edificio la collina stessa, mentre come copertura il vigneto. Strade, piazzali di carico e scarico merci, parcheggi, impianti e ogni altro elemento accessorio utilizzano il sottosuolo, per non offendere il paesaggio circostante.
Più che una Cantina, una città sotterranea di 37 mila metri quadrati, di cui 23 mila coperti. Una cittadella, all’interno della quale, si troverà il nuovo quartiere generale Antinori, che dopo decenni, si sposta dal centro di Firenze in piena campagna.
L’edificio, che sorge nel cuore del Chianti, oltre a essere concepito come culla che accompagna l’uva dalla sua nascita ai singoli passaggi fino a quello dell'’imbottigliamento, è stato pensato anche come luogo di accoglienza per il pubblico.
E' stato previsto anche un museo, attraverso il quale sarà possibile intraprendere un percorso alla scoperta dei segreti su come viene prodotto e conservato il vino, un frantoio per l’olio della casa, un forno per il pane, la fabbrica delle barrique, dove viene conservato il vino, uno spaccio con i prodotti tipici della zona e un ristorante....una sorta di "fattoria toscana" del terzo millennio.
Dopo le altre celebri "Cantine-design" realizzate dai più importanti architetti del momento - Mario Botta per la Tenuta Petra a Suvereto, Renzo Piano per Panerai vicino a Gavorrano, e Piero Sartogo per i Frescobaldi a Montalcino - ecco un progetto pensato per il futuro...
www.antinori.it
www.archea.it
ca'marcanda di gaja

E´ questa una delle più interessanti "architetture del vino" sorte negli ultimi anni in Italia su progetto di famosi architetti. Per la sua nuova cantina in terre toscane, Angelo Gaja si è affidato a Giovanni Bo, anche lui piemontese.
Dalle Langhe piemontesi alla Maremma Toscana. Dal Barolo e Barbaresco, che hanno portato la famiglia Gaja nell´olimpo dei più famosi produttori di vino nel mondo, ai vitigni più internazionali quali Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Syrah.
La cantina è circondata da una cintura di trecentocinquanta ulivi secolari, trapiantati per l´occasione, dove la costruzione si insinua dolcemente nelle pieghe della collina toscana, occupando una superficie di 9mila metri quadrati. I corpi sono seminterrati ed emergono dal terreno con altezze variabili, senza arrivare mai a dominare il paesaggio, nel quale continuano a troneggiare gli elementi naturali.
Non solo i volumi, ma anche le pietre utilizzate per la costruzione delle murature esterne sono originarie del posto, infatti sono le stesse ottenute dallo scavo delle fondazioni dell´edificio.
Costata 8,5 milioni di euro la cantina è iper-tecnologica, altamente attrezzata e con un sofisticato sistema di controllo di microclima interno, con pavimenti termoriscaldati e impianti radianti per il raffreddamento
Qui tutto, all´interno e all´esterno, è consacrato al vino.
petra


Sembra un’astronave cilindrica atterrata per caso.
Si chiama Petra (che in latino significa pietra), di proprietà della famiglia Moretti, proprietaria di altre famose cantine in Franciacorta a cominciare da quella del celebre spumante Bellavista.
Qui si producono olio extravergine e soprattutto i vini della "casa": Petra Val di Cornia DOC Suvereto e Petra IGT Toscana.
A Suvereto (Livorno), nel cuore della tenuta di trecento ettari tra vigneti, boschi e uliveti si staglia un gioiello in muratura, un edificio progettato dall’architetto Mario Botta.
Petra è un solido dalle forme sinuose in pietra interrotto da un piano inclinato che riprende il profilo della collina e con ai lati due costruzioni più basse con degli ampi portici.
“Il progetto – dichiara Mario Botta - vuole essere una reinterpretazione delle antiche dimore di campagna toscane in cui il disegno delle coltivazioni, in questo caso i vigneti, era parte integrante del disegno architettonico”. E’ per questo che il cilindro è abbracciato da una zona verde che, come un camaleonte, cambia i suoi colori secondo le stagioni.
Petra è una perfetta fusione di comfort e funzionalità: si inserisce perfettamente nel paesaggio impreziosendolo senza stonature ed è stato studiato in modo da ottimizzare tutti i passaggi di lavorazione dei vini. Un edificio, dunque, creato ad esatta misura del ciclo produttivo e l’aspetto estetico del luogo.
....da vedere !!!!!
Petra
Località San Lorenzo Alto, 131
Suvereto (Livorno)
www.petrawine.it
Tra design e tradizione nel Chianti

La nuova cantina di Coltibuono, rappresenta un’efficiente applicazione delle più moderne teorie architettoniche coniugate ad una nuova visione della produzione enologica nel Chianti d.o.c.
Nel ’97 Piero Sartogo e Natalie Gregon hanno progettato una moderna fortezza (per un investimento di 3,5 milioni di euro) su una superficie di 5.500 mq. ispirata a una dimora rinascimentale e annidata sulla collina in mezzo ai vigneti, a circa 20 chilometri dalla sede principale ovvero dalla vecchia abbazia.
L’estetica della cantina si ispira all’architettura classica italiana ma con una visione contemporanea, pur nel rispetto dell’edilizia tipica del posto.
“Il Chianti - ha dichiarato Nathalie Grenon - è come un giardino giapponese, piccolo, denso, tutto disegnato dalla mano dell’uomo, un artificiale-naturale, l’equilibrio del quale si basa su una moltitudine di geometrie minuziosamente articolate come un dipinto di Paul Klee e di reperti architettonici ivi stratificatisi nei secoli. E’ un ambiente contraddistinto dalla dimensione armonica, della cultura agricola, dalla scala a misura d’uomo miracolosamente incontaminata dall’aggressione brutale del prefabbricato industriale”. Per minimizzare l’impatto ambientale della nuova cantina, quindi, è stata inserita ai piedi della collina boscosa la base su cui poggia una costruzione svettante.
L’elemento forte del progetto è lo skylight lineare che spezza l’omogeneità dei volumi in mattoni riprendendo le costruzioni antiche del luogo. Oltre ai mattoni, gli ingredienti base di questa cantina di design sono zinco, vetro ed intonaco di calce.
Sicuramente meritevole di nota ma anche l’aspetto che colpisce di più, è la totale assenza di pompe: dal conferimento delle uve, alla pigiatura, ai vari serbatoi di vinificazione alla pressatura pneumatica tutto avviene per caduta gravitazionale con notevole risparmio energetico ma soprattutto miglior qualità della lavorazione.
Il tutto grazie alla costruzione di una torre addossata alla collina che consente l’ingresso delle uve in cima e la lavorazione scaglionata su diversi piani.
la torre cantina

Sul colle di San Biagio, vicino a Cividale nel cuore del Friuli, sorge una delle cantine più antiche d’Italia, la Perusini.
Tra i suoi prodotti ci sono uvaggi di Pinot e Riesling con una piccola percentuale di Picolit e di Merlot, Cabernet e Pinot nero passati in barriques.
Quest' azienda è stata definita come la prima "torre cantina" del mondo, ed è una costruzione di tre piani con una base di 18 metri quadrati e un’altezza di 13,5 che ospita uffici, bottiglieria e un vero e proprio caveau per l’invecchiamento. Il tutto ventilato da fori posizionati ad hoc che permettono, malgrado lo sviluppo verticale dell’edificio, un perfetta ventilazione e un controllo termico puntuale.
Il progetto è stato realizzato grazie al cofinanziamento del Ministero dell’Università e della ricerca scientifica e il tecnigrafo dell’architetto Romano Burelli.
La torre-cantina è una costruzione notevole dal punto di vista del design così come del contenuto di servizio.
Per la cronaca la famiglia vanta infatti tra i suoi avi grandi enologi cui si deve la riscoperta del Picolit .
www.perusini.com
feudi san gregorio ... wine, design and gourmandise

Nel cuore della Campania, a pochi chilometri da Avellino, si trova la nuova struttura della storica azienda vinicola Feudi di San Gregorio destinata alla produzione e l'affinamento dei vini con moderni uffici di rappresentanza e un centro di accoglienza che ospita eventi culturali, esposizioni e manifestazioni varie.
La coltivazione delle uve si estende su oltre 350 ettari di vigneti per una produzione media annua di 260.000 casse di vini.
Dai bianchi locali come Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Falanghina agli uvaggi rossi a base di Aglianico passando dallo spumante metodo classico d'Irpinia.
Gli edifici sono opera dall'architetto giapponese Hikaru Mori che ha immaginato un grande polo dalle linee delicate e pulite di vetro, acciaio, zinco titanio, cemento e pietra in puro stile orientale, così come rigorosamente nipponico appare l'esteso giardino a terrazze con serre, roseti e giochi d'acqua.
La struttura di Sorbo Serpico funge anche da centro di riferimento importante per lo studio e la tutela della biodiversità con corsi di cucina in cui la scelta degli ingredienti prima ancora che la loro preparazione sarà basilare.
Non a caso nelle campagne attorno alla struttura e stato creato un allevamento di razze autoctone italiane per restituire alle vecchie ricette di carne i loro veri profumi, così come nel parco didattico crescono centinaia di varietà vegetali dimenticate e piante aromatiche mediterranee.
Gli interni sono stati curati da due designer italiani, Massimo e Lella Vignelli, che hanno pensato anche alla progettazione delle nuove bottiglie e relative etichette e agli arredi per l'area didattica della struttura, ovvero il distaccamento dell'Università di Scienze Gastronomiche con sedi principali in Piemonte e in Emilia-Romagna che organizza qui corsi di degustazione e seminari sui prodotti tipici locali.
All'interno della struttura i visitatori possono scegliere percorsi gourmande che affiancano gli stage di degustazioni guidate aperti a tutti. Sono stati realizzati, infatti, due ristoranti proprio sopra la cantina: il Marennà creato con Heinz Beck (lo chef bavarese del ristorante "La Pergola" all'interno dell'albergo Cavalieri Hilton di Roma) e un locale più informale dove vengono serviti piccoli pasti e stuzzichini a base di prodotti campani che ben si sposano con i vini dell'azienda .
www.feudi.com
fattoria san martino
Uno di questi posti meravigliosi è la Fattoria San Martino, a 800 metri fuori dalle antiche mura della cittadina di Montepulciano, in provincia di Siena.
Gode di una posizione privilegiata con il panorama che abbraccia tutta la valle, le colline circostanti oltre alla magnifica vista della città e dove vengono svolte le attività agricola/biodinamica ed omeopatica senza dimenticare lo splendido agriturismo con servizio di Bed & breakfast.

Interventi architettonici di restauro che seguono la bioedilizia, hanno fatto si che venissero utilizzati esclusivamente materiali naturali ed ecologici.
Ma la cosa più stupefacente di questo posto è l'armonia che si crea con l'ambiente circostante, fatto di infiniti dettagli che ci riportano al rispetto verso la natura e che si esprimono anche nella scelta di costruire una piscina, anzi no, un Biolago dove potersi tuffarsi in un’acqua totalmente priva di prodotti chimici o riposarsi sotto le fronde di olivi secolari......

Tutti i prodotti della fattoria, che con i suoi 5 ettari produce zafferano, olio extravergine d'oliva, miele, erba medica e cereali, si fondano sul metodo biodinamico/omeopatico.
Gli altri prodotti selezionati dalla fattoria, vini compresi, sono rigorosamente biologici.


per informazioni ::
Bioagriturismo Fattoria San Martino-Via Martiena,3-53045-MONTEPULCIANO Tel.Fax +39 0578 717463
Fattoria San Martino.
enoturismo di lusso in spagna

Coniugare produzione vinicola al turismo, questo lo scopo della "Città del vino", opera mastodontica firmata da uno degli architetti che hanno già marchiato a fuoco con il proprio nome la storia dell'architettura contemporanea, Frank O. Gehry.
L'architetto canadese, già noto in terra spagnola per la realizzazione del museo Guggenheim di Bilbao, è stato voluto dall'azienda vinicola Marqués de Riscal per realizzare questo importante progetto di sviluppo del turismo enologico di lusso ai piedi della Sierra Cantabrica a poco più di un'ora da Bilbao, nella valle della Rioja.
Cantina, SPA con relativo hotel annesso, nonchè ristorante avvolti da una copertura costituita da pannelli curvi in acciaio e titanio, che richiamano nei colori l'etichetta di questo grande brand del mondo del vino.
L'hotel è circondato dai vigneti, ed è attraversato da una cantina stracolma di bottiglie preziosissime.
Non ultima, la possibilità, oltre a quella di degustare vini meravigliosi, di immergersi nella vinoterapia ( di cui ne ho già parlato qui ) per prendersi cura del proprio corpo (...due giorni possono costare dalle 250 ai 350 euri ...)

...che ve ne pare?????
cattedrali del vino : Gae Aulenti a Campo di Sasso

Qualità del vino e linearità delle forme.
Sarà il nuovo progetto per Lodovico, Piero Antinori, il nipote Nicolò Marzichi Lenzi, assieme a Umberto Mannoni.
Insieme, lanciano da Campo di Sasso, tenuta di 70 ettari a un paio di chilometri di distanza dal viale di Bolgheri, un progetto di proporzioni epocali. Per vincerlo si sono affidati all’esperienza di una delle figure indiscutibilmente più prestigiose dell' architetura mondiale : Gae Aulenti
Il suo progetto è stato studiato per creare il minimo impatto ambientale e farà da contraltare a quella realizzata nella tenuta Petra, pochi chilometri a sud, su progetto dell’architetto Mario Bòtta: la prima sarà discreta e appena visibile, la seconda è tanto bella quanto evidente.
Il marchese Lodovico Antinori, lìder maximo dell’ennesima, nuova avventura imprenditoriale della dinastia vinicola più famosa d’Italia, vuol ripetere i fasti di Ornellaia, sua ex-creatura, ora nelle mani dei “rivali” Frescobaldi (dopo essere passata anche nelle mani dei Mondavi).
I vini prodotti saranno tre rossi (Insoglio del cinghiale, Pino di Biserno e Biserno) adatti a ogni fascia di mercato (almeno così vogliono assicurare ;-)
I lavori della nuova cantina si concluderanno nel 2007.
Il progetto per Antinori, è la prima volta di Gae Aulenti nel vino, ma sembra che avrà un bassissimo impatto ambientale, con il locale degli uffici unica sporgenza sulla collina che degrada, un disegno del terreno, un edificio dal minimo impatto visivo.
Insomma, sarà un progetto minimalista, ma un minimalismo atto a salvaguardare l'ambiente, un' opera non invasiva che sicuramente non stuprerà il paesaggio ma ne entrerà a far parte. Dopotutto una cantina serve a lavorare un prodotto della terra, l’uva.
Insomma, quando vogliamo noi italiani sappiamo come farci riconoscere...qualità, bellezza, genialità e raffinatezza...ed una grande donna come Gae Aulenti
Ultima cosa che devo segnalare, anche se abbiamo vinto i mondiali contro i francesi...beh, l'enologo guardacaso è...
Michel Rolland ... e questi sono solo alcuni dei suoi clienti....;-)
Francia: Château L'Evangile, Château Clinet, Château Pavie, Château Monbousquet, Château Pontet-Canet, Château Léoville Poyferré, Château Lacombes, Château Le Bon Pasteur, Château Bertineau Saint-Vincent, Château Rolland-Maillet, Château Fontenil, Château La Grande Clotee, Château Angélus, Château Clos de la Tour, Château La Garde, Château Belgrave, Château De Valandraud, Château Kirwam, Chateau Troplog Mondot, Château La Dominique, Château Grau Mayne, William Pitters (di Bernard Magrez)
Italia: Tenuta Campo di Sasso, Tenuta dell’Ornellaia, Tolaini
Spagna: Marqués de Cáceres
Ungheria: Château Megyer
Stati Uniti: Robert Mondavi Winery, Araujo Wine Estate, Harlan Estate, Franciscan Estate, Merryvale Vineyards, Simi Winery, Staglin Family
Cile: Salentein, Casa Lapostolle do Chile
Argentina: Etchart San De Pedro Yacochuya, Clos de los Siete
Sud Africa: Rupert & Rothschild, Fredericksburg, Veenwouden
Aaah, les italiens.....
mezza cantina grande bott...a

Dopo aver parlato di vino e architettura, ho deciso di farmi un giro nei siti di queste aziende per vedere come avevano veicolato
a loro favore ( a scopo puramente promozionale ) questi grandi investimenti.
Ovviamente mi aspettavo di trovare un bello spazio, all'interno dei siti aziendali, che parlasse dell'opera magari con qualche breve commento da parte degli architetti e sicuramente anche una carrellata di belle foto che mi facessero venire proprio voglia di visitare le cantine.
Ora, entrando nel sito del Gruppo Mezzacorona, dopo che avevo visto le foto pubblicitarie pubblicate su "Wine Enthusiast" della Cantina Rotari, non ho trovato nulla di ciò che avrei desiderato vedere!
La grafica poverina, le foto scarse, poche informazioni e una grande delusione.... anche perché da un'azienda di quella portata ci si aspetta una comunicazione molto più forte.
Altra cosa invece per la cantina Petra della famiglia Moretti, opera dell' architetto svizzero Mario Botta, che anche attraverso il sito ci dimostra come far tornare a proprio vantaggio un'investimento di quella portata..... da vedere!
le nuove cattedrali sono per il vino

Ormai si sa, il fenomeno vino nel mondo è una forza che muove tecnologia, comunicazione, turismo e soprattutto molti soldi.
Stiamo assistendo ad un’effervescenza che non ha paragoni nel mondo dell’industria vinicola, che é attenta alle nuove correnti dell’arte e si sforza di rinnovare le architetture delle sue cantine trasformandole in vere e proprie cattedrali.
Nei grandi uomini (e donne) del vino illuminati ritroviamo come nel passato i grandi signori come lo sono stati Lorenzo de’Medici.
Ovvero i nuovi mecenati delle arti che riescono a coniugare interessi personali (…ebbene si…embé?) con grandi opere dell’umanità e per l’umanità.
° Cantina Petra, architetto Mario Botta situata a Suveredo -Li- in Toscana
° Bodegas Chivite, architetto Rafael Maneo a Arinzano in Spagna
° La Galiere in Francia dell’architetto Gilles Perrandin
° Cantine Mezzacorona in Trentino, dell’architetto Alberto Cecchetto
° Le Clas Jordan, dell’architetto Frank O. Ghery in Canada
Per gli enoturisti una vera goduria…
E::PI