perle...per pulire ;-)(

Credo che in assoluto ad ogni donna faccia piacere ricevere un regalo dal proprio uomo!
Beh, in effetti anche a me, anche se mi piace pensare che le cose materiali non sono tutto...che ci sono tante cose più importanti...che in fondo è meglio un mazzo di fiorellini di campo...e balle varie!
Così credevo!
Ma l'altro giorno quando il mio uomo mi ha detto :: Amore, ti ho fatto un regalo! Ti ho comprato le perle!!! ::
... Per una frazione di secondo la mia mente ha cominciato a viaggiare velocissimamente sgretolando tutto ciò che fino a quel momento avevo pensato.
Ero già vestita da principessa con le scarpine di cristallo, ed aspettavo la carrozza che mi portasse nella reggia del castello ad incontrare il mio principe azzurro il quale mi avrebbe chiesto di danzare al suono di un valzer viennese...per poi portarmi su una splendida terrazza a lume di candela e lì mi avrebbe appoggiato delicatamente al.......stop!
Improvvisamente il sogno si interrompe perchè LUI ha già scartato il regalo e mi sta facendo vedere l'ULTIMA NOVITA' DI RIEDEL per PULIRE I DECANTER !!!!
Splash....Una doccia fredda in pieno inverno!
Reset ... cancelliamo tutto in modo che non resti traccia in memoria del sogno...e con aria disinvolta inghiottiamo il rospo e facciamo finta di niente cercando di illuderci che in fondo la sua non voleva essere una presa per il ku...lo , e che LUI sinceramente avesse pensato di farmi un regalo gradito, giàkkè mi sente ogni volta lamentarmi di quanto sia una missione impossibile lavare bene i decanter, e che non voleva in fondo ROVINARMI UN BELLISSIMO SOGNO e farmi ripiombare nella condizione di Cenerentola prima che arrivasse la fatina.
Beh, devo ammettere però che è stato un regalo gradito ed utile, anche se ogni volta che uso le PERLE mi sembra di sentire Anastasia e Genoveffa che sghignazzano

la prima volta fu con il Sossò di L.Felluga

Nel 1999 ho scoperto il vino… scoperto nel senso più ampio del termine, direi quasi che in quell’anno la mia mente si é aperta a nuovi incontri sensoriali.
Pur provenendo da una terra vinicola non ero mai stata educata ad un approccio più ampio nei confronti di questo nostro meraviglioso prodotto della terra e dell’uomo.
La folgorazione é arrivata una sera grazie ad un nostro comune amico grande appassionato e buon conoscitore di aziende del nostro territorio.
Ci portò in omaggio alcune bottiglie tra cui una bottiglia di Sossò di Livio Felluga che decidemmo di aprire.
Non appena avvicinai il naso al calice mi accorsi di quali meravigliose sensazioni possono essere percepite dall’olfatto, uno dei nostri 5 sensi che solitamente viene sottovalutato.
I sentori di spezie, di frutti di bosco, di ciliegie vennero percepiti in modo netto, si trattava solo di fermarli nella mente. Avvicinando la bocca al calice ritrovai quella sensazione di calore avvolgente che si trasformò in una morbidezza piacevolissima e ritrovai quei profumi che mi erano piaciuti tanto.
In un certo senso potrei affermare di essere stata folgorata da questo splendido vino che porta un nome così curioso ed indimenticabile.
Grazie a Livio Felluga, grande maestro dell’enologia friulana.

E::PI

le nuove cattedrali sono per il vino


Ormai si sa, il fenomeno vino nel mondo è una forza che muove tecnologia, comunicazione, turismo e soprattutto molti soldi.
Stiamo assistendo ad un’effervescenza che non ha paragoni nel mondo dell’industria vinicola, che é attenta alle nuove correnti dell’arte e si sforza di rinnovare le architetture delle sue cantine trasformandole in vere e proprie cattedrali.
Nei grandi uomini (e donne) del vino illuminati ritroviamo come nel passato i grandi signori come lo sono stati Lorenzo de’Medici.
Ovvero i nuovi mecenati delle arti che riescono a coniugare interessi personali (…ebbene si…embé?) con grandi opere dell’umanità e per l’umanità.

° Cantina Petra, architetto Mario Botta situata a Suveredo -Li- in Toscana
° Bodegas Chivite, architetto Rafael Maneo a Arinzano in Spagna
° La Galiere in Francia dell’architetto Gilles Perrandin
° Cantine Mezzacorona in Trentino, dell’architetto Alberto Cecchetto
° Le Clas Jordan, dell’architetto Frank O. Ghery in Canada

Per gli enoturisti una vera goduria…

E::PI

punti di vista :: etichette ?-))

E’ vero, il vino é un prodotto della terra.
E’ vero che il vino é un prodotto della natura e dell’uomo.
Ma é vero anche che in quanto prodotto dell’uomo, deve essere venduto e prima ancora apprezzato e prima ancora deve essere un’oggetto desiderabile perché non indispensabile.
Detto questo, voglio ora spostare l’attenzione verso uno di questi aspetti:: l’etichetta.
A cosa serve l’etichetta appiccicata sulla bottiglia se non per comunicarci informazioni indispensabili sul prodotto?
Se così fosse basterebbbero dei semplicissimi foglietti bianchi normalmente scritti in un semplicissimo ed anonimo carattere!
A cosa serve un grafico?
Un’amica carissima che oltretutto é una vera professionista nel campo della grafica, un giorno mi ha raccontato un’episodio che potrei definire divertente:: di fronte ad un potenziale cliente che, pur essendo un bravissimo produttore aveva un’immagine orribile o meglio dequalificante, si é sentita trattare con una totale superficialità e quando le é stato detto::-…senti, già che hai il computer…-:: le sono cadute le braccia e prima ancora di sentire altro era già in macchina diretta verso casa!!!
Tutto questo mi fa capire come ancora ci sia bisogno di far comprendere a questi personaggi che purtroppo nel mondo di oggi bisogna ricordarsi del vestito, che non basta la sostanza purtroppo.
E’ vero, oggigiorno non c’é più bisogno di un nuovo vino, ma c’é bisogno di un vino buono…aggiungerei anche::con un bel vestito affinché una volta bevuto mi venga voglia di conservarlo nella mia memoria sotto tutti gli aspetti.

B*BOOP